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Laghi

I Laghi

I laghi vulcanici, ambienti di inestimabile valore, caratterizzano il territorio del Parco, conferendogli unicità sia dal punto di vista ambientale che storico. Da sempre infatti hanno accompagnato l’uomo nel suo sviluppo socio-culturale in un contesto naturale di elevata bellezza. In prossimità delle sponde o sotto le acque dei laghi sono stati rinvenuti numerosi reperti di insediamenti umani di età neolitica a testimonianza dell’antichissimo e stretto rapporto uomo-lago, proseguito poi, nei secoli successivi, con gli Etruschi e i Romani. Ne è un esempio l’acquedotto di Traiano, detto poi dell’acqua Paola, che porta ancora oggi le acque del lago di Bracciano al Fontanone del Gianicolo a Roma.
La caratteristica morfologia dei laghi, (profondità elevata in rapporto alla loro superficie), è strettamente legata alla loro origine, frutto del vulcanismo quaternario particolarmente attivo in tutta la nostra penisola. Alle peculiarità geologiche, vanno associate le caratteristiche vegetazionali e faunistiche che rendono questi ambienti importantissimi serbatoi di biodiversità.



Lago di Bracciano

Il Lago di Bracciano

Il lago di Bracciano è un lago calderico, caratterizzato cioè dalla presenza della cosiddetta caldera o depressione vulcano-tettonica. Diversamente da come spesso si pensa infatti, il lago di Bracciano non occupa il cratere di un grande vulcano: la sua origine è il risultato dell’azione di numerose faglie e del crollo della parte sommitale di una grande camera magmatica che alimentava i vari vulcani, avvenuto in seguito al suo svuotamento. Questo evento, che in termini geologici si chiama collasso vulcano-tettonico e che si fa risalire a circa 300mila anni fa, creò un’ampia depressione di origine vulcano-tettonica che oggi ospita il lago. È il secondo lago nel Lazio per superficie (57 km2), e l’ottavo in Italia, definito dai Romani Lacus Sabatinus, ha una profondità massima di 165 m ed un volume di 5 miliardi di m3 di acqua. Il Lago di Bracciano è alimentato da grosse sorgenti sotterranee e il contributo portato dai piccoli fossi immissari è molto limitato. Ha un emissario, il fiume Arrone, che sfocia nei pressi di Fiumicino.

Il Lago di Martignano

Il Lago di Martignano
A differenza del lago di Bracciano, quello di Martignano è un lago craterico, generato da esplosioni freatiche e freatomagmatiche, legate cioè all’interazione tra la falda acquifera superficiale e il magma in risalita. Le esplosioni derivano dalla venuta a contatto del magma con l’acqua di falda e l’energia derivante dal repentino passaggio di stato dell’acqua da liquido a vapore, con aumento di volume di circa 100 volte, è il motore che  genera l’esposione e la rapida risalita del magma, che viene frammentato in minutissimi elementi della granulometria della cenere.


Il cratere che ospita il lago di Martignano sembra essersi formato in seguito di almeno tre eruzioni freatomagmatiche ed è considerato l’ultimo centro attivo del Distretto Vulcanico Sabatino. Anticamente noto come Lacus Alsietinus, è situato ad una quota di 207 m s.l.m., ha una superficie 2,4 km2 ed una profondità di circa 60m. Il livello del lago ha subito nel corso della storia continue variazioni, testimoniate dal ritrovamento di querce fossili sommerse (che vanno a costituire la foresta fossile che giace nelle profondità del lago) e dal ritrovamento, ben 32m al di sopra dall’attuale livello del lago, di una struttura lignea e di tracce di fuochi, che indicano tale quota come l’antica riva.